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Il "remedium concupiscentiae" nella Teologia del Matrimonio: profilo storico-critico (Annales Theologici 21 (2007): 299-340)

ABSTRACT
[[ Fino al Concilio Vaticano l'espressione remedium concupiscentiae indicava uno dei fini secondari del matrimonio, tradizionalmente inteso come una sorta di "legittimazione" della sessualità disordinata. Quest'articolo si propone di corregere una tale impostazione, che comporta una visione distorta della santità matrimoniale, riprendendo la dottrina agostiniana e tomassiana, e anche la teologia del corpo di Giovanni Paolo II. Qui si sostiene che la concupiscenza (che è diversa dal vero amore sessuale) è una forza che bisogna combattere e andare via via purificando nella vita matrimoniale, in tal modo che i coniugi si aprano reciprocamente nel dono di sé. Il matrimonio diventa così una chiamata alla crescita nell'amore, in uno sforzo degli sposi, sorretti dalla grazia, per conquistare la purezza e la casta donazione che è propria dell'originale condizione sessuale-coniugale umana. ]]

Amore coniugale e Indissolubilità

Amore coniugale e Indissolubilità (Studi Cattolici, 412 (1995), pp. 340-345) (1)
Rifiuto di legami definitivi?
Non c'è periodo storico senza le sue crisi particolari. A parer mio, una delle più notevoli del giorno d'oggi, e anche delle più singolari, è la crescente divisione fra uomo e donna. La relazione fra i due sessi è sempre più contrassegnata da sospetti, tensioni, divisioni e persino da antagonismi. L'idea che l'uomo e la donna siano fatti l'uno per l'altro e in particolare per quella peculiare unione che si chiama matrimonio -- idea che è giunta a noi attraverso i secoli -- è messa seriamente a repentaglio. Anche oggi si creano o si tentano unioni -- in qualche forma matrimoniale o quasi-matrimoniale -- ma esse hanno la tendenza a non durare.

L'Aborto

L'ABORTO
Che cos'è l'aborto?
Fino a venti o trent'anni fa alla domanda «che cos'è l'aborto?» si rispondeva molto semplicemente: l'aborto è l'uccisione di un bambino non ancora nato, l'uccisione di un essere umano, la cui peculiare debolezza consiste nell'incapacità di sopravvivere fuori del seno materno. Si davano due valutazioni morali di questa azione:
1) era un omicidio giustificabile in alcuni casi. Questa fu la posizione di molti non cattolici, anche se, ovviamente, non di tutti;
2) era un omicidio non giustificabile, ossia era sempre un assassinio e, pertanto, non poteva mai essere lecito. Fu la posizione dei cattolici, condivisa, in genere, dai greci ortodossi e da numerosi altri gruppi o sètte.

Sant'Agostino e la Sessualità Coniugale [1] (Annales Theologici 5 (1991) 185-206)

Sant'Agostino e la Sessualità Coniugale [1] (Annales Theologici 5 (1991) 185-206)

Nessuno ha mai messo in dubbio la genialità del pensiero di Sant'Agostino. Ciò nonostante, alcuni sostengono che non era privo di una vena di pessimismo, specialmente per quanto concerne la sessualità umana; e che l'influenza successiva di Agostino - in proporzione alla sua genialità - avrebbe segnato la dottrina della Chiesa, fino ai nostri giorni, con un'etica sessuale insufficiente e negativa. Tale giudizio - a mio parere - non è giusto né verso Sant'Agostino né verso la dottrina cattolica sulla morale sessuale.

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