[In taluni ambienti cattolici è radicata la tesi secondo cui l'azione pastorale non tollererebbe leggi ne strutture istituzionali, lesive, per l'astrattezza e la generalità della dogmatica giuridica, di quel principio personalistico che così peculiarmente, connota l'insegnamento del Concilio Vaticano II.
[Sul filo delle riflessioni avviate in Studi Cattolici n. 324 (pp. 83-87), Cormac Burke, uditore della Sacra Rota, applica alla realtà matrimoniale il principio per cui le istituzioni stabilite da Gesù Cristo nella Chiesa sono create per la persona umana e per la sua crescita cristiana. In questa prospettiva la legge ecclesiastica, nel momento in cui difende le istituzioni, difende la persona nei suoi più inviolabili diritti. Un principio universale, che assume però rilievo peculiare quando è riferito all'indissolubilità del legame matrimoniale, che la Chiesa difende come requisito essenziale delPistituzione voluta da Dio.]
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Personalismo o individualismo?
"Communio": ecco il tema centrale e dominante del Concilio Vaticano II che presenta la Chiesa come la comunione del popolo di Dio, aperta a tutti gli uomini: iniziativa e forza divine per unire tutti in uno. "La Chiesa è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (Lumen Gentium, n. 1). Infatti il Concilio formula una chiamata poderosa e traccia le direttrici fondamentali per il rinnovamento della Chiesa e del mondo attraverso questo senso di "communio" [1].